di Bruno Picozzi
Se l’intelligenza serve per capire, io allora mi metto tra gli stupidi perché non capisco.
Il mondo è nel mezzo di una crsi finanziaria senza pari storici che a detta degli espertissimi è una crisi strutturale e non congiunturale. Dipende cioè dal modo in cui il sistema finanziario, quello iperliberista e globalizzato, è stato costruito. La ricchezza si accumula non più grazie alla produzione di qualche merce ma con la speculazione sugli schermi dei computer, con meri passaggi di numeri da qui a lì che creano dal nulla montagne di soldi per alcuni e oceani di povertà per tanti altri. La ‘bolla speculativa’ che ne risulta si sta sgonfiando e sono a rischio un’intera generazione di arricchiti e tantissima capacità di investimento, cioè posti di lavoro a decine di migliaia. Una scure pesantissima si abbatterà sui poveri nei prossimi anni.
Come soluzione i governi, Bush in testa, si sono gettati ad acquistare corpose fette delle banche in via di sparizione; tradotto al popolo significa che i governi hanno preso consistenti quantità di denaro pubblico, quello che servirebbe per creare servizi a chi non può pagarseli, per acquistare titoli, obbligazioni e simili che non hanno nessun valore, in sostanza salvando gli amici furbetti della finanza e le loro politiche fallimentari attraverso l’aumento del debito pubblico.
“Quello che deve essere chiaro a tutti, Governi in testa, è che il conto della crisi non può essere pagato dalle imprese e non può essere pagato dai consumatori”, afferma Sergio Marchionne, amministratore delegato della FIAT considerato dalla rivista Forbes tra i più stimati manager del mondo, sottolineando che l’ancora di salvataggio gettata ai furbetti di cui sopra garantirà alle banche di sopravvivere ma causerà “un impatto enorme sul debito pubblico e sul PIL di tutti gli Stati europei”.
E con tutta probabilità le banche, pur salvate dal denaro pubblico, taglieranno “quelle linee di credito che non garantiscono un adeguato ritorno economico (…) riducendo di fatto il credito alle imprese, specialmente quelle piccole e medie.”
In pratica, secondo Marchionne, i cittadini pagheranno i debiti delle banche ma ciononostante la crisi si riverserà su piccole e medie imprese, alimentando fallimenti e disoccupazione.
Ormai la parola recessione viene pronunciata e chi sa di economia ne capisce la durezza.
In questa situazione il governo dovrebbe proteggere le classi deboli. Dice Marchionne: “Non posso accettare che siano le imprese e i loro lavoratori a pagare sulla propria pelle la più grande follia finanziaria di tutti i tempi.”
Eppure il nostro governo Berlusconi ter si muove decisamente nella direzione opposta alla logica di Marchionne, tagliando i servizi e riversando sulle tasse gli errori della finanza liberista. Berlusconi affonda le mani nelle profondità del tesoro dello Stato e carica sul debito pubblico la parte marcia di Alitalia e i debiti delle banche. Contrariamente ad ogni logica di buon governo la parola d’ordine sembra essere: privatizzare i profitti, pubblicizzare le perdite!.
La signora Marcegaglia confindustriale, che Forbes non pone tra i più stimati manager del mondo, plaude ogni giorno a queste manovre illogiche che salveranno forse i suoi propri interessi ma devasteranno le classi medio-basse. Marcegaglia è comprensibile, fa gli interessi suoi. Non comprendo il governo che dovrebbe fare gli interessi degli Italiani. Ah già, sono stupido. Ma non sono il solo!
Anche una buona fetta del mondo dell’istruzione è fatta di stupidi che non accettano la logica del Berlusconi ter.
Questa settimana Roma ha ospitato un grande corteo contro la legge Gelmini che taglia, taglia, taglia, ma reintroduce il grembiulino e il voto in condotta. I Cobas hanno detto 300mila persone, alcuni giornali schierati hanno sparato mezzo milione, la questura ha detto quattro gatti. Dalle immagini veramente i gatti sembravano un po’ più di quattro… Inoltre ci sono stati cortei praticamente in tutte le grandi città.
Il ministro Gelmini ha candidamente affermato: "Chi protesta ci dica dove trovare i soldi per occupare altre centomila persone nella scuola: purtroppo non è possibile". Eppure per il comune di Catania, disastrato dall’opera e dalla virtu’ dell’ex sindaco berlusconiano, sono stati trovati soldoni freschi e immediati… "Dalla sinistra solo allarmismo e disinformazione", ha insinuato Gelmini. Chissa’, a leggere la lettera-denuncia di una studentessa di Pisa sembra proprio il contrario.
Del resto il Berlusconi ter non deve avere troppi problemi a mettersi contro una studentessa di Pisa vista l’abitudine a prendere a pesci in faccia intere categorie di Italiani.
Il ministro del Welfare Sacconi, ad esempio, propone un disegno di legge per regolamentare il diritto di sciopero e che la regolamentazione vada fatta non ci piove, lo dice anche la Costituzione.
Fatto sta che i criteri individuati sono:
1) referendum consultivo obbligatorio prima dello sciopero;
2) adesione individuale preventiva per sapere quanti servizi verranno toccati;
3) sanzioni affidate ai prefetti e non alla Commissione di garanzia, affinché siano "effettive";
4) no al blocco di ferrovie, strade, aeroporti, no al danneggiamento irreversibile degli impianti.
Quindi lo sciopero diventa un atto di cui ogni singolo lavoratore deve prendersi la responsabilita’ di fronte al padrone firmando con nome e cognome la propria partecipazione alla lotta, in un regime legislativo in cui ogni lavoratore puo’ essere licenziato anche senza giusta causa. Non si potra’ praticamente manifestare in nessun modo visibile e tangibile, solo astenersi dal lavoro in attesa di essere rimpiazzati. I cittadini non avranno disagi (bene!) e questo vuol dire che non si accorgeranno nemmeno delle categorie in lotta (male!).
A ben ragionarci sembra piu’ repressione che regolamentazione del diritto di sciopero. Ma io sono stupido e forse non capisco.
Come non capisco la scelta del nucleare, quello che gli Italiani bocciarono attraverso un convinto referendum oltre vent’anni fa.
Con il "ddl sviluppo" in approvazione alla commissione Attività produttive della Camera il governo comincia la carica che porterà di nuovo il Belpaese nel club dell’atomo, per diretta volontà di Palazzo Chigi. Il nucleare verrebbe anche equiparato nei fatti alle energie rinnovabili, poco importa se l’uranio è esauribilissimo e anzi prossimo a diventare merce rara e costosissima. Costosissime e pericolosissime anche le scorie che ancora non si sa dove andare a mettere. Il tutto rende la scelta nucleare oggi un paradosso strategico per non dire un’imbecillata pura, osteggiata da Rubbia e dagli Italiani che ragionano. Ma il governo poco se ne cura.
E se qualcuno lo capisce, mi spieghi per quale motivo dopo aver ignorato per mesi i diritti di Europa 7 il governo propone una soluzione plausibile che non tocchi la privatissima berlusconiana Rete4 ma funzioni a spese della RAI pubblica, quella pagata col canone da tutti gli Italiani, anche quelli che Emilio Fede non lo possono sopportare. Meravigliarsi poi che la gente evade il canone?
La studentessa quindi non lo prenda sul personale, è la volontà del popolo pensante che conta poco per il Berlusconi ter.E non solo…
«Chiariamo subito una cosa – ha tuonato Maroni – non c'è nessun dietrofront sull’immigrazione clandestina. La determinazione a combatterla resta quella di prima». Il veto dell'Unione Europea ha bloccato il rimpatrio di cittadini comunitari ma il governo tira dritto. Il motto da sbandierare davanti al popolo bue è: «La nostra politica di rigore funziona».
E dell’Europa non gli frega nulla.
Né del mondo intero, che sprofondi pure insieme con tutti quelli che si preoccupano dell’effetto serra e altre simili banalità.
il Berlusconi ter ha minacciato di bloccare l’intero programma europeo di lotta ai cambiamenti climatici, mettendo in difficoltà anche il potente Sarkozy che è stato costretto a rinviare la decisione finale sul pacchetto clima a dicembre. L’Europa manterrà l’impegno di riduzione di CO2 del 20 per cento al 2020, ma senza creare troppi problemi alla signora Marcegaglia confindustriale né alle imprese italiane che inquinano. Qualche commissario europeo ha sbugiardato le cifre catastrofiche diffuse dal Berlusconi ter ma in risposta il ministro Brunetta ha dato del folle al commissario e il Presidente della Camera Schifani ha affermato che la tutela dell'ambiente va in secondo piano quando il mondo finanziario subisce una crisi economica, giusto per chiarire che baffo possono farsene della voce di una studentessa di Pisa. E mentre il WWF invoglia l’Italia a essere la testa e non la retroguardia della lotta ai cambiamenti clilmatici, Berlusconi sottolinea che la linea morbida dell’Italia è stata condivisa da altri nove Stati. Ci sono altri nove irresponsabili confindustriali in Europa e questo basta a far diventare l’inquinamento un problema effettivamente marginale.
Ma in fondo la querelle con l’Unione Europea non è nemmeno gran cosa paragonata alla fregatura che stiamo per tirare all’ONU in materia di cooperazione internazionale allo sviluppo, ottavo tra gli obiettivi del millennio. L’Italia, in quanto paese tra i più ricchi del mondo, si è impegnata da anni a riservare la 0,70% del PIL alla cooperazione internazionale ma al momento siamo allo 0,20% scarso.
La proposta governativa di Finanziaria per il prossimo triennio presentata in Parlamento, in discussione in queste settimane nelle commissioni competenti, introdurrà una riduzione di circa il 50% dei fondi destinati all'aiuto pubblico allo sviluppo. Se approvata, la manovra comporterebbe una caduta libera dei fondi riservati allo sviluppo fino allo 0,10% del PIL nel 2009. Questo decreterebbe l'impossibilità definitiva, per il nostro Paese, di raggiungere e mantenere l'obiettivo fissato dello 0,51 percento del Pil per il 2010, a meno di un miracolo che quintuplichi le risorse in un solo anno.
Ovviamente Tremonti invoca la qualità al posto della quantità. Ovviamente la qualità comprende parte delle spese delle missioni militari di pace/guerra che sono considerate investimenti per lo sviluppo. Sviluppo dell’odio e del terrore!
Del resto sappiamo che l’intervento militare è cosa buona e giusta, anche e soprattutto in difesa delle vecchiette padane aggredite da milioni di clandestini extracomunitari.
A proposito, l'ultima analisi sull'andamento della criminalità da gennaio a giugno 2008 evidenzia, tra l'altro, come il numero dei reati compiuti da stranieri si equivalga con quello dei delinquenti italiani. Chi arriva dall'estero si è specializzato nei furti e nelle rapine di abitazione (crimini fortemente percepiti), mentre per scippi e rapine in strada e in banca rimane il predominio della malavita locale. In generale i numeri mostrano una diminuzione forte della delittuosità pari al 10,1%, ma i soldati di presidio alla stazione fanno tanto Rambo e le vecchiette si sentono più sicure.
In questi giorni Marcello Lippi ha rifiutato di collaborare a un dvd contro razzismo, nazismo e fascismo da distribuire nelle scuole. Lippi ha semplicemente detto che non ha mai fatto politica e che quindi continuerà a non farla. Parlare contro il razzismo e il nazifascismo è quindi fare politica. Chissà che ne pensa quell’impunito di Abbiati che spero mi legga e mi faccia causa. Tanto io sono stupido e non capisco.
Poi quando gruppi di imbecilli si vestono di politica fascista per andare a piantare grane in giro per l’Europa cascano tutti dalle nuvole. - Chissà come mai? - si chiedono questi paperoni ignoranti che sanno solo come si tirano calci a un pallone. Fanno venir la voglia di cambiare canale invece di tifare Italia come ho sempre fatto.
Non sanno forse che chi semina vento raccoglie tempesta?
Non lo sa forse quella brava persona a nome Giancarlo Gentilini, vice-sindaco di Treviso, detto anche ‘lo sceriffo’, che avrebbe invocato "la rivoluzione contro i clandestini" e contro "i campi dei nomadi e degli zingari" al fine di "eliminare i bambini che vanno a rubare agli anziani", criticando "quelli che vogliono aprire le moschee e i centri islamici, comprese le gerarchie ecclesiastiche". Anche questo è fare politica, signor Lippi, anzi, mister.
E proporre come giudice costituzionale un avvocato di Berlusconi sotto inchiesta per favoreggiamento non è forse un seminare vento per provocare tempesta? Pecorella in cambio di Orlando alla Vigilanza RAI, do ut des, uno scambio che nemmeno i bambini con le figurine Panini. Eppure avviene nel nostro Paese, sotto gli occhi allibiti di pochi e nel disinteresse di quasi tutti che anzi gradiscono e applaudono. E io mi sento veramente stupido e ancora di più non capisco.
Perché in Italia, udite udite, chi semina vento raccoglie consenso. Il Berlusconi nazionale gode di una fiducia popolare grande quanto il 62% di mille persone campione, una cosa mai vista per un capo di governo in tempi recenti.
Nonostante lo spregio continuo dimostrato verso il Parlamento, l’opposizione, la magistratura, la storia, i referendum, le manifestazioni popolari, la volontà dei territori, l’Unione Europea, l’ONU e l’universo intero, il governo guadagna consenso grazie ai soldati, ai grembiulini, allo spostamento della spazzatura da Napoli centro a Napoli periferia e alla promessa di non far perdere un euro di deposito a nessuno, nemmeno a quegli imbecilli che ci credono.
Io, stupido tra gli stupidi, sono senza parole.
Roberto Saviano va via dall’Italia per ricominciare a vivere. Niente paragoni blasfemi, ha sottolineato Travaglio ed ha ragione, ma molti di noi stupidi hanno fatto altrettanto da tempo e, almeno per quanto mi riguarda, non ho purtroppo nessun rimpianto.
20 ottobre 2008
Chi semina vento raccoglie tempesta?
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