17 novembre 2008

    Una strana atmosfera


    di Bruno Picozzi

    Si respira una strana atmosfera oggi in Italia. Non è colpa del monossido delle automobili, che quelle ci sono sempre state da quando, trent’anni fa e oltre, lo stato filodemocristiano decise di investire massicciamente a sostegno della FIAT invece che della piccola e media impresa. Scelta tra l’altro assolutamente comprensibile: il sostegno alla FIAT lo puoi sbandierare ai quattro venti mentre la Tubicini Gialli e Verdi SpA non la conosce nessuno
    e se fallisce tanto peggio per i quattordici operai che vanno a casa. Una FIAT che cade fa tanto rumore mentre cento Tubicini da quattordici operai non se le fila nessuno.
    Questo governo ha ben capito la regola democristiana e si prepara a piantare bandierine colorate su una collezione di opere monumentali e imprese di enorme visibilità per poter poi mostrare alla storia un fantastico piano di investimenti a sostegno dell’economia. “Vedete, noi abbiamo fatto tutto il possibile”, diranno i nostri governanti ai posteri e qualcuno gli crederà. Qualcuno paragonerà il Berlusconi III all’epopea di Franklin Delano Roosevelt, la crisi finanziaria 2008 alla grande depressione degli anni ’30, il ponte sullo stretto agli investimenti del new deal.
    Qualcun altro obietterà che gli Stati Uniti di Roosevelt avevano massicce riserve di denaro mentre l’Italia di Berlusconi ha il più alto debito pubblico che si ricordi. Ma vai a ragionare di economia con i tifosi della squadra azzurra. La perdita di migliaia di posti di lavoro sarà comunque colpa dei comunisti. A trovarli.

    Si respira una strana atmosfera in Italia e non perché c’è ancora la spazzatura nelle strade di Napoli. Oops, chiedo scusa, si può parlare di spazzatura a Napoli? Ma sì, in fondo quella mica l’ha creata Berlusconi. Nemmeno Prodi e Pecoraro Scanio in verità. E nemmeno D’alema a suo tempo. E se proprio vogliamo spaccare il capello in quattro, la spazzatura a Napoli non l’ha creata nemmeno quel commediante di Bassolino, che libera due piazze dai parcheggi e lo fanno santo patrono della città. Per chi ha memoria la spazzatura per strada c’era già ai tempi di Craxi ed io con la memoria oltre non vado. La differenza è che ai tempi di Craxi la spazzatura non veniva riversata in discariche a cielo aperto giusto alle spalle di quartieri fortemente antropizzati come Chiaiano e non si picchiavano i vecchietti che chiedevano ascolto e logiche territoriali diverse. E soprattutto non si obbligavano tutti i telegiornali a far vedere le strade ripulite in centro mentre tutto l’entroterra brucia di roghi di camorra e di inceneritori cancerogeni. A Napoli gli inceneritori, a Novara il 68% di raccolta differenziata.

    Si respira una strana atmosfera in Italia però i telegiornali e i giornali più diffusi non ne parlano. Questo è davvero difficile da capire perché in fondo la gente lo sa che il clima politico non è più quello di prima e per strada si discute molto di cose che ricordano ventenni passati come decisionismo, aggressioni squadriste, xenofobia, atti di razzismo, leggi strane e stranamente popolari, stato di polizia e cose così. Si discute molto anche di libertà di stampa, sembra che la politica stia pian piano imbavagliando la stampa acquisendone la proprietà. Un meccanismo davvero banale a pensarci: la politica è ricca e potente, quindi acquisisce i media facendo sì che i politici diventino gli editori; a questo punto i giornalisti dovrebbero mettere in discussione l’operato dei loro editori rischiando posto di lavoro e stipendio, e chiaramente si guardano bene dal farlo, soprattutto in tempi di recessione.
    Ci sono certamente voci fuori dal coro e giornali indipendenti. È anche vero che i giornali controllati dalla politica ricevono sovvenzioni a pioggia grazie alle quali possono sparare bordate mediatiche da far impallidire le corazzate americane mentre i giornalucoli indipendenti tutt’al più possono sparacchiare qualche tricchitracchi. Ed è anche vero che se un giornalista/voce indipendente rompe troppo l’anima arrivano fior di denunce per diffamazione ad ogni parola e poi son cavoli suoi andare in tribunale ogni due e tre a far vedere che si raccontano fatti e non corbellerie. Un giudice distratto poi lo si trova sempre e capita di venir condannati per aver citato il nome di uno detto da un altro in un articolo che parla di un altro ancora. Chiedere a Travaglio per ulteriori spiegazioni.
    Per i liberi blog della libera rete invece, vedrete che prima o poi una leggina piccola piccola la fanno passare, da destra o da sinistra che sia, e tutte queste bocche piene di parole cominceranno a trovare sconveniente la possibilità di parlare troppo.

    Davvero una strana atmosfera si respira in Italia oggi e magari è perché alcuni poliziotti sono stati condannati per aver spaccato faccia e gambe a 93 persone che dormivano in una scuola genovese, per aver costruito false prove di resistenza a pubblico ufficiale e violenze ai danni della comunità e per aver mentito spudoratamente in tutte le ricostruzioni. Però in realtà non può essere questa la ragione perché i poliziotti sono stati condannati per aver fatto queste cose nel 2001, mica ieri! E poi son stati condannati tredici pesciolini piccolissimi che avrebbero fatto di testa loro distribuendo qualche manganellata di troppo a destra e qualche insulto di cattivo gusto a manca. Tanto che il Giornale di famiglia Berlusconi può titolare a giusta ragione ‘Tanto rumore per nulla’, ironizzando a gran voce sul teorema della ‘macelleria messicana’ che è stato solo un’invenzione di qualche malalingua sinistroide e no-global. I vertici della polizia e i comandi politici, quelli che dovrebbero sapere se centinaia di membri delle forze dell’ordine si muovono in assetto antisommossa e vanno nottetempo a devastare una scuola dove dormono legalmente 93 manifestanti, loro non ne sapevano nulla e tutti vissero felici e contenti.
    E bisogna rispettare il giudizio della magistratura che ti condanna per aver citato la frase di un altro e ti assolve per aver distribuito manganellate a gente che dorme. Questa è l’Italia nel 2008.
    In compenso Antonio Manganelli, capo della polizia, scrive a Repubblica per affermare la sua convinzione “che il Paese abbia bisogno di spiegazioni su quel che realmente accadde a Genova” nel 2001. Aspettiamo di saperlo, signor Manganelli. Aspettiamo da 7 anni di saperlo e ci raccontano solo balle.

    Ma forse l’atmosfera in Italia è solo pesante perché il clima si sta riscaldando e non è colpa di nessuno. Parliamo di clima atmosferico, ovviamente. È già successo nel paleozoico, se ricordo bene, e in un altro paio di ere innominabili senza che vi fossero industrie siderurgiche o SUV in circolazione. Forse a causa delle deiezioni dei dinosauri ma nemmeno sono sicuro perché pure quelli erano un fatto naturale e l’equilibrio della natura, come si sa, è stabilito ben più in alto di Palazzo Chigi.
    Quindi tutto questo straparlare di cose strane che succedono oggi in Italia è solo conseguenza di fenomeni strettamente naturali che nessun legame possono vantare con le scelte di quest’ultimo governo, né tantomeno con il cursus honorum della Repubblica Italiana che, come si sa, è la democrazia più rappresentativa del mondo, erede diretta di quella meraviglia della storia ateniese che fu figlia della mente e del cuore di Solone. Questi ebbe, a detta di alcuni, origini italiche.
    Tutti sanno che l’Italia è il luogo più bello del mondo e per questo siamo pieni di turisti giapponesi. Così come si sa che i nostri studenti sono i migliori che ci siano, non per niente vantiamo accademici della portata di Leonardo e Galileo e letterati del calibro di Dante, ovunque conosciuto. La nostra imparagonabile cultura, come tutti sanno, ci ha fruttato fior di premi nobel che, tranne l’ultimo che fu errore di trascrizione, aggiungono prestigio al nostro già prestigioso nome. Grandi esploratori e grandi sportivi (è qui superfluo ricordare che siamo noi i campioni del mondo), la storia da sempre ci bacia come una madre premurosa coi suoi figli, sicché schiavo di Roma fu l’unico grande impero, esempio per tutti gli altri, che seppe radunare popoli e genti con la pacifica forza del primato civile.

    L’aria più calda che la natura ci regalerà nei prossimi anni sarà infine non già il disastro dai menagrami annunciato ma la base stessa del futuro incremento del PIL: più sole, più caldo, più mare (grazie anche al provvidenziale scioglimento dei ghiacci polari), più turisti giapponesi e non. I quali magari proveranno a spiegare ai nostri governanti che il Protocollo di Kyoto non è un film erotico del sol levante (Caparezza docet) ma saranno parole inutili perché essi, i nostri governanti da destracentro e da centrosinistra, già sanno ciò che è da sapere e hanno le giuste soluzioni a tutti i problemi che assillano noi popolo bue.
    La sinistra invece si è suicidata tra Napoli e l’Afghanistan con grande gioia della maggioranza degli Italiani e, nel caso improbabile che qualcuno con giusta capacità provasse a rianimarla, si invocherà la sentenza di Eluana per interrompere l’alimentazione forzata e darle, infine, pace eterna in terra sconsacrata.

    L’epilogo della favola, con tristezza infinita, lo lascio all’arte e all’ironia di Caparezza. Lui almeno riesce ancora a scherzarci su.
    “Una grande opera di importanza storica che questa nazione salverà. E per la grande opera tutti i sudditi in città grideranno viva Sua Maestà. Una grande opera, macchina economica che i massoni rifocillerà. È la grande opera, stupido chi sciopera, quante bastonate prenderà.”


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